«Fino a pochi anni fa scrivevo canzoni per altre cantanti, da Viola Valentino a Mina, perché avevo timore e pudore di mettere a nudo le mie emozioni. Pur volendo continuare a fare l’autore per altri, oggi ho finalmente raggiunto la consapevolezza necessaria per affrontare determinati argomenti e voglio cantarli in prima persona. Vivo questo disco come il mio vero debutto».
Così commenta Cosmo Parlato “Soubrette”, il suo primo album di inediti prodotto da Stefano Fontana, in uscita oggi, 24 aprile, per Carosello Records.
Noto al grande pubblico come istrione del palcoscenico, il “coverista” con abiti e make up teatrale lascia ora posto al cantautore senza fronzoli.
Dopo due dischi di cover (2005 e 2006), Cosmo Parlato si mette a nudo con un disco molto autobiografico, un viaggio nell’animo umano dell’artista: la sua visione della vita maturata attraverso molteplici e variegate esperienze personali.
È anche la consacrazione di un talento artistico sopraffino: l’evoluzione da istrionico interprete mascherato di cover a cantautore che esprime il proprio grande carisma senza più fronzoli.
La musica di Cosmo Parlato è una tavolozza di colori sonori che spaziano fra la dance acida del primo singolo “Lezioni d’amore” e quella più tradizionale di “Sabrina”, “Napoli” (dedicata alla sua città) e della title-track “Soubrette”; i ritmi arabeggianti di “Agguato a Marrakech” (che vede la partecipazione di Enrico Ruggeri) e quelli progressive di “Savoir Faire; la ballad lenta di “Perché tutto muore” e la bossanova di “Via Toledo”; fino all’arrangiamento orchestrale di “Albatros”, brano dedicato a Giuni Russo.
Musica